La gara maschile non delude mai per spettacolarità e sorprese ed è stata sicuramente la degna chiusura di una stagione che ha visto concretizzarsi giovani promesse.
La rincorsa al podio parte da lontano per Adam Siao Him Fa che dopo il corto disastroso si trovava in diciannovesima posizione. Pattina il libero della vita con la ferocia di un leone ferito e completa quattro salti quadrupli (lutz, salchow e due toeloop) di ottima qualità oltre a due 3A; spettacolare la step sequence che lo porta nella parte finale del programma dove decide di rischiare inserendo il salto raccolto indietro tanto chiacchierato e giustamente proibito dal regolamento. Si becca così i due punti di deduzione e chiude il libero con un totale di 206.90 aspettando di vedere cosa faranno gli avversari. Alla fine il suo sarà il secondo punteggio della gara e gli varrà la medaglia di bronzo con una rimonta che difficilmente verrà dimenticata.

Arriva l’ennesima medaglia di una carriera lunga e caratterizzata dalla perseveranza, per Charlene Guignard e Marco Fabbri che hanno conquistato il bronzo a Montreal. I nostri ragazzi hanno ottenuto 129 punti per il loro incantevole libero dove hanno dovuto affrontare un imprevisto finale con il costume di Charlene: durante un passaggio coreografico la sua gonna è rimasta impigliata sotto la lama e l’ha messa piuttosto in difficoltà sull’ultimo sollevamento che infatti è andato solo a livello 2.

Ieri sera e nella notte italiana a Montreal, in Canada, si sono tenuti il libero femminile e la short dance.
Per quanto riguarda la danza, non si può non celebrare il successo Charlène Guignard e Marco Fabbri, che hanno concluso al secondo posto una meravigliosa short dance con 87,52 punti. Gli azzurri conquistano il livello quattro nei twizzles e nel sollevamento. Davanti alla coppia italiana, si sono imposti Madison Chock e Evan Bates con 90.08: i campioni americani mirano a riconquistare la medaglia d’oro, già vinta proprio l’anno scorso. Ottimo il livello tre nella sequenza di passi obbligatoria. Completano il podio Piper Gilles e Paul Poirier con 86.51 punti: i canadesi hanno saputo reggere bene la pressione del pubblico di casa. Venticinquesimi e fuori purtroppo dal programma libero la seconda coppia azzurra formata da Victoria Manni e Carlo Roethlisberger con 63.64.

Durante la notte scorsa si è conclusa la gara delle coppie che, non lo nascondiamo, ci lascia con un po’ di amaro in bocca per un podio che ci è davvero sfuggito dalle mani.
A vincere il titolo e fare la storia sono i padroni di casa Deanna Stellato-Dudek e Maxime Deschamps con lei che diventa la prima quarantenne a vincere un titolo mondiale; un’incredibile storia di perseveranza quella di Deanna che serve da ispirazione e spinta per tutti. I canadesi hanno saputo tenersi lontani dai guai che a volte li hanno caratterizzati completando un programma privo di errori di peso. L’unica sbavatura arriva sulla combinazione 3T+1A+2A, ma non li priva del loro nuovo season best con 144.08; punteggio sufficiente a proteggere il vantaggio che si erano presi nel corto e concretizzare ormai due stagioni di rincorse al successo.

Chi si aspettava il grande spettacolo nella gara maschile non è stato di certo deluso! I ragazzi hanno messo sul ghiaccio una competizione di ottimo livello con tre pattinatori in grado di superare i cento punti ed altri quattro sopra i 90.
Non vuole rinunciare alla corona Shoma Uno, che non si piega all’assalto dei giovani piazzando la zampata del veterano. Guida la classifica con 107.72, miglior prestazione stagionale, grazie alla perfetta combinazione di un contenuto tecnico di valore e un pattinaggio ricco e di qualità. Apre con uno straordinario 4F seguito dalla combinazione 4T+3T dove lotta per salvare un atterraggio pulito e completa con facilità il 3A. Tutto il resto del programma è di livello 4, presentato con delicatezza ed intensità allo stesso tempo.

Gara sorprendente quella delle ragazze che ha visto tante pattinatrici non trovare il programma privo di errori che cercavano. Tante imperfezioni qua e là che producono molti punteggi ravvicinati che restano sotto quota settanta: prendono un po’ il largo le prime quattro atlete, le uniche capaci di superare questa soglia.